Descrizione
“La gatta” è un brano autobiografico scritto, interpretato e pubblicato nel 1960 da Gino Paoli.
Il brano è in tonalità di DO maggiore, tempo 12/8. Dopo una introduzione di 4 battute, la prima sezione presenta per tre volte la melodia principale di due battute, più altre due del tema dell’introduzione, il tutto ritornellato. La seconda sezione, di carattere più riflessivo, presenta una prima frase alla relativa minore, LA min., mentre la seconda ritorna alla tonalità d’impianto. A questo punto le due sezioni vengono ripetute integralmente (osserviamo che in alcune interpretazioni Gino Paoli omette il ritornello della prima sezione), prima di riproporre per l’ultima volta la prima sezione. Schema: intro – A – A – B – A – A – B – A
La partitura è proposta in tre versioni: pagina verticale con una accollatura (PV1); pagina verticale con due accollature (PV2); pagina orizzontale con una accollatura (PO1).
Non è indispensabile che ci siano tutti gli strumenti indicati in partitura, si può eseguire anche riducendo le parti, purché sia mantenuto almeno il tema e una parte di accompagnamento. Analogamente, a livello di struttura si può eseguire un numero ridotto di strofe e ritornelli. La chitarra può essere suddivisa fra due esecutori; la parte bassa si può affidare alla chitarra basso.
Testo:
C’era una volta una gatta
che aveva una macchia nera sul muso
e una vecchia soffitta vicino al mare
con una finestra a un passo dal cielo blu.
Se la chitarra suonavo
la gatta faceva le fusa ed una
stellina scendeva vicina, vicina
poi mi sorrideva e se ne tornava su.
Ora non abito più là,
tutto è cambiato, non abito più là,
Ho una casa bellissima,
bellissima come vuoi tu.
Ma, io ripenso a una gatta
che aveva una macchia nera sul muso
a una vecchia soffitta vicino al mare
con una stellina, che ora non vedo più.
. . . . . .
Ma, io ripenso a una gatta
che aveva una macchia nera sul muso
a una vecchia soffitta vicino al mare
con una stellina, che ora non vedo più…
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